I nitrati sono dei costituenti naturali dei vegetali. Sono presenti in grande quantità in alcune verdure, ma solo in minima parte nella frutta [M. R. Ashton, 1970]. Rapa rossa, spinaci, bieta, lattuga, carote, ravanelli, sono alcuni di quei vegetali che contengono un concentrazione molto elevata di nitrati, che comunque è influenzata da fattori genetici, ambientali, di accrescimento e maturazione della stessa pianta.
È importante sottolineare che il nostro introito di nitrati assunti con la dieta, deriva maggiormente dal consumo di frutta e verdura, di acqua, che ne contengono elevate concentrazioni, e in modo minore dai trasformati carnei dell’industria, in cui vengono aggiunti come conservanti e coadiuvanti. In passato la presenza di nitrati e nitriti nel cibo veniva associato all’aumento del rischio di sviluppare carcinoma intestinale, a tal punto che sono stati istituiti dei limiti di concentrazione, sia negli alimenti che nelle acque destinate al consumo.
In contrasto con queste considerazioni negative circa i nitrati, si trovano in letteratura, moltissimi studi che hanno focalizzato l’attenzione sull’importanza degli effetti benefici, derivanti dal largo consumo di frutta e verdura.
L’effetto della nutrizione sullo stato di salute e in particolare sul rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, è un argomento assai attenzionato dal mondo scientifico e dalla ricerca: la conclusione comune è che una dieta ricca in frutta e verdura riduce la pressione arteriosa [Appel LJ et All, 1997; Rouse IL et All, 1983] e l’incidenza di eventi cardiovascolari avversi [Hu FB, Willett WC. 2002; Raymond MacAllister et All, 2008; Willett WC., 1994; Lundberg JO et All, 2006 ].
Inoltre la migliore protezione contro la cardiopatia ischemica è associata con il consumo di verdura a foglia verde (es. spinaci, lattuga) [ Joshipura KJ et All, 2001].
Quindi naturalmente, una dieta ricca in verdura, come la dieta Mediterranea o la dieta tradizionale Giapponese, contiene molti più nitrati dell’introito giornaliero auspicabile (ADI), scelto dalla World Health, Organization [Alexander, J. et al. 2008].
Alla luce degli effetti benefici di nitrati e nitriti emersi durante gli ultimi anni, risulta inopportuno attribuire dei rischi eccessivi all’ingestione di questi costituenti della matrice alimentare.
L’attenzione nei confronti dei nitrati e i loro effetti è molto cresciuta, non solo per le loro prospettive terapeutiche [Anthony R. Butler and Martin Feelisch, 2008] e di prevenzione, ma anche per le recenti evidenze sull’impatto che essi hanno sul metabolismo energetico e muscolare dell’organismo.
La recente letteratura attribuisce ai nitrati, anioni inorganici, contenuti in abbondanza in molti vegetali, il ruolo di costituire un pool aggiuntivo in grado di stimolare la produzione di Ossido Nitrico (NO), indipendentemente dall’azione dell’Ossido Nitrico sintetasi (NOS). I nitrati sono ridotti a nitriti al momento dell’ingestione dalla flora batterica buccale e successivamente a livello gastrico, per poi stimolare la produzione di NO. Questa via di produzione dell’NO è fortemente accelerata in condizioni di parziale ipossia e aumentata acidosi (tipica condizione che si istaura durante la corsa ad alta intensità). Un recente studio ha mostrato la riduzione del consumo di ossigeno durante l’esercizio sub-massimale e un’aumentata tollerabilità dell’esercizio fisico massimale, attribuibile ai nitrati assunti con la dieta.
Rifacendoci a queste recenti evidenze, con il nostro studio, abbiamo cercato di indagare i possibili effetti performati dell'assunzione di succo di rapa rossa su un gruppo di maratoneti.
Il nostro studio:
Scopo del nostro studio, è stato testare l’effetto dell’integrazione di nitrati inorganici su vari parametri fisiologici e biochimici, durante un esercizio fisico aerobico sub massimale e massimale. Sono stati reclutati dieci atleti di endurance (età 37,7±6,8), sani, non fumatori, in piena attività agonistica. È stata somministrata un’integrazione di nitrati tramite succo di rapa rossa [500 ml al giorno (= 10±0,68 mmol/L Nitrati) per 7 giorni]. La prova , svolta su tapinroulants, ha previsto un test incrementale fino all’esaurimento ed è stata effettuata prima e al termine dei 7 giorni di assunzione del succo. L’integrazione di nitrati alimentari ha fatto registrare un abbassamento della Pressione Arteriosa Sistolica (130,4±9,5 a 125,1±7,75 ; P=0,01) e della Pressione Arteriosa Diastolica (80,4±7,3 a 73,8±4,7 ; P=0,01); una drastica riduzione della produzione di Lattato, in tutte le fasi del test; un aumento del tempo di esaurimento e della V_max (velocità massima) raggiunta nella fase incrementale del test (da 16,00 km/h a 17,00 km/h ; P=0,01) ; un netto miglioramento della Cinematica del Passo, esaminata in tutte le sue componenti [Tempo volo(msec); Tempo di appoggio (msec); Frequenza del passo (Hz); ampiezza del passo (m)]. Questi risultati confermano i dati presenti in letteratura, sull’ingestione di nitrati alimentari, i quali agiscono, riducendo il consumo di ossigeno a livello mitocondriale. Tale effetto è attribuibile alla capacità dei nitriti di incrementare la produzione di Ossido Nitrico, importante mediatore endogeno, in grado di sostituire parzialmente l’ossigeno nella catena respiratoria, risparmiandolo per ulteriori processi ossidativi.
Dott. Francesco Fagnani
NUTRIZIONE & SPORT