Gli effetti di vino, birra e superalcolici sulla salute e sulle performance dei podisti. Un vademecum che non esclude il gusto di un buon bicchiere, ma mette in guardia da eccessi e falsi miti
ROMA - La cultura enogastronomica italiana può considerarsi tra le prime a livello mondiale, e a noi italiani piace mangiare e, perché no, accompagnare il tutto con un buon vino o una birra. I nostri desideri di allietare il palato e il gusto, spesso però non coincidono con quanto è opportuno per la nostra salute. In particolare, il pericolo di cadere nell'eccesso è sempre dietro l'angolo.
In questo articolo voglio ragionare intorno agli effetti dell'alcool sull'organismo e in particolar modo sulla performance sportiva. Magari sfatando qualche mito e cercando di fornire utili consigli per non rinunciare ad un calice di buon vino o ad una pinta di ottima birra.
La capacità di "smaltire" l'etanolo è ovviamente soggettiva e dipende sia da quanto è predisposta geneticamente la persona che dal grado di "allenamento" del Meos (sistema microsomiale di ossidazione dell'etanolo) di ognuno. Ovviamente nascere e crescere in una regione italiana dove si impara ad apprezzare del buon vino sin dall'età giovanile, predispone l'individuo a smaltire con più velocità l'etanolo in età adulta, risentendo in minor misura di alcuni effetti collaterali tipici. Tuttavia anche l'essere "allenati" a bere non tutela la performance atletica.
Basti pensare che mediamente consumare un'unità alcolica (pari a 12 g di etanolo = 330 ml birra = 125 ml vino = 40 ml super alcolico), impegna in modo estenuante il nostro fegato per circa due ore durante le quali consuma acqua per metabolizzare l'etanolo. Se si va oltre l'unità alcolica, tutto ciò che è in eccesso rimane in circolo nell'organismo compromettendo altre funzioni vitali. Semplificando, inoltre, possiamo affermare che l'alcool blocca l'azione dell'ormone antidiuretico, responsabile della nostra diuresi: perciò maggiore è l'assunzione di alcolici, maggiore sarà la diuresi e quindi la disidratazione.
Ora, immaginate cosa può accadere se dopo una maratona o una lunga corsa nei periodi caldi dell'anno, con una vasodilatazione e una disidratazione già evidenti dovuti allo sforzo fisico, vi scoliate la vostra bella pinta di birra fresca oppure se nel pasto successivo (solitamente il pranzo domenicale) abbondiate con il vino. Ovviamente la vostra capacità di recuperare le scorte idrico-saline sarà messa a dura prova e i tempi di recupero aumenteranno in modo esponenziale.
Convengo che la birra contenga sali minerali e polifenoli, così come di polifenoli è ricco il vino rosso, ma va sempre rispettato un corretto timing di assunzione. Importante anche nel caso dell'alcool che non è un nutriente, ma viene giustamente inserito nelle nostre abitudini per cercare di soddisfare l'aspetto edonistico e conviviale.
Nella maggioranza dei casi il vino ha una gradazione alcolica più elevata della birra e per questo motivo è consigliabile non assumerlo la sera che precede una gara o un allenamento particolarmente impegnativo, così come nel pasto che segue la competizione o un lungo, nè tantomeno come "integratore" post-allenamento. Invece sarà opportuno ripristinare correttamente una corretta idratazione bevendo acqua, consumando un frutto e utilizzando (valutandone comunque l'effettiva necessità) un integratore energetico-salino sempre ben diluito.
Trascorse almeno 4-5 ore dallo sforzo, magari nel pasto serale, sarà possibile "festeggiare" con più serenità pasteggiando anche con del vino. In ogni caso anche se ci dovessimo trovare lontano da una gara o in un giorno di "riposo", l'eccesso è sempre da evitare e il consiglio è di limitare alle occasioni conviviali e alle ricorrenze l'assunzione di alcolici, o di concedersi quotidianamente minime quantità.
Abbiamo quindi appurato che l'alcool non può essere un dissetante inquanto disidrata. Tuttavia i limiti alla performance non si fermano solo alla disidratazione: per dire, un eccesso di alcool limita l'assorbimento di B12 e di folati indispensabili alla formazione dei globuli rossi; o, ancora, l'acetaldeide (prodotto di scarto che si forma durante il processo di degradazione dell'alcol) è come criptonite per le centrali energetiche dei muscoli, i nostri adorati mitocondri che gli allenamenti quotidiani tendono a mantenere sempre attivi ed efficienti nonché ad aumentarne il numero.
Quindi potremmo affermare che l'alcool vanifica o quantomeno riduce nella misura in cui eccediamo con l'assunzione, i nostri sforzi e il nostro impegno quotidiano negli allenamenti.
La soluzione quindi? Non demonizzare assolutamente i preziosi ed invidiati vini italiani o le migliori birre, ma tener presente che assumerli in determinati momenti può non risultare salutare e, in alcuni casi, potrebbe compromettere la nostra performance.
Insomma, come sempre la parola d'ordine è: "Buon senso".
*Dottore in dietistica
Fonte: La Repubblica: http://www.repubblica.it/sport/running/storie/2018/01/04/news/alcool_corsa_running-185804778/